Concorso ippico (o epico?)

Il Cap. Capra Quarelli durante la prova

Non sappiamo se il concorso Nazionale di salto ostacoli del 20-21 aprile scorso effettuata sul campo ostacoli di piazza d’Armi presso il campo sportivo Cap. Porcelli, di corso Galileo Ferraris a Torino e organizzata dall’A.N.A.C. (Associaz. Naz. Arma di Cavalleria) passerà alla memoria cittadina per i suoi meravigliosi cavalli o le gesta omeriche dei suoi protagonisti.

Sicuramente, sarà a lungo ricordato per la quasi ininterrotta pioggia che ha reso per due interminabili giorni la zona adibita al concorso, un pantano da everglades americane. Ciò ha certo abbassato l’entusiasmo di cavalieri, amazzoni e diminuito il numero di spettatori. Manovrare cavalli piuttosto ‘carichi’ in simili situazioni, soprattutto in curve e virate non è stato per niente divertente (e alcune cadute l’hanno dimostrato).

Che fare quindi? Rinunciare o buttarsi nella mischia affrontando l’inaffrontabile con irruenta indifferenza per il potenziale pericolo? Saggezza mia e una nuova cavalcatura piuttosto impetuosa hanno portato il sottoscritto verso un basso profilo, optando per una competizione regolare, ma in una categoria ‘bassina’ - 8 ostacoli da 80 cm - resa comunque difficoltosa, oltre che dalle condizioni atmosferiche, da alcuni ostacoli messi malignamente in obliquo rispetto alla direzione del cosiddetto binomio lanciato al galoppo.

Questa non eroica scelta si è poi rivelata vincente oltreché non terrorizzante per incidenti al già acciaccato cavaliere e ai garretti del destriero. Bisogna inoltre comprendere che i cavalli faticano molto in caso di fango soprattutto perché appoggiano i piedi al terreno con l’acciaio dei ferri, in un equilibrio già instabile di per sé (soprattutto in curva) rispetto ad un sicuro appoggio su terreno asciutto. La mia esperienza non è stata però isolata. Ho visto cadetti di Modena e militari in servizio di varia età, affrontare la gara in una categoria ancora più bassa rispetto alla mia (cioè con soli ostacoli di 60 cm).
Insomma, pur se detto da un cavaliere con pluriennale esperienza di cadute, fratture, lesioni ecc ecc, a volte .. non gettare il cuore oltre l’ostacolo .. a volte può essere un’intelligente forma prudenziale che alla fine paga 

Senza entrare nei particolari tecnici, nel complesso l’anziano (di anagrafe) capitano e il giovane Fixur se la sono cavata più che dignitosamente; avendo ottenuto zero penalità in gara, sono finito in premiazione ex-aequo con un capitano di Nizza Cavalleria in servizio, entrambi premiati con coccarda e stretta di mano, nientemeno che dal noto Gen. Greco, per lungo tempo comandante dell’ormai trasferito (o invia di trasferimento) reggimento di Pinerolo dalle tre fiamme cremisi.

Cap. Ferruccio Capra Quarelli
UNUCI Torino

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